Torre dello Ziro (Comune di Scala)

La fortezza situata sul Monte Aureo, sovrasta le città di Amalfi e di Atrani e sorge sul territorio di Scala.

Immagine principale

Descrizione

Non si conosce la data certa di costruzione, ma l’impronta aragonese fa pensare al XV sec. La torre risulta priva di entrate e si suppone che per accedervi si usassero delle scale elevatoie. La struttura, fiancheggiata da bastioni e torrette, era in comunicazione con un altro castello posto a settentrione, nei pressi di Pontone. I ruderi di detto castello ancora oggi si possono vedere. Il nome Ziro deriverebbe: da Siri, cioè dei serbatoi scavati nel terreno e chiusi ermeticamente, di cui era dotata la torre; da San Salvatore “de Ciro”, che era un insediamento eremitico rupestre ubicato sotto la torre. La fama della costruzione è legata alla vicenda di Giovanna la Pazza: Giovanna d’Aragona era figlia illegittima di Enrico, figlio a sua volta illegittimo di Ferdinando I d’Aragona. A dodici anni, nel 1490, si sposò con Alfonso Piccolomini duca di Amalfi, che, ne 1498, la lasciò vedova e madre di due figli alla guida del Ducato, che in quel tempo versava in cattive condizioni finanziarie. La giovane donna rimise in sesto il Ducato e contro la volontà dei fratelli sposò Antonio Bologna, suo maggiordomo, col quale visse una travolgente storia d’amore sulla cui intensità abbondano le cronache del tempo. I fratelli s’impegnarono a reprimere lo scandalo e, dopo alterne vicende e rocambolesche fughe, imprigionarono Giovanna (oramai soprannominata la Pazza) ed i suoi bambini nella Torre dello Ziro. Qui furono lasciati morire di fame o, secondo cronache più accreditate, sgozzati mentre il Bologna fu fatto pugnalare per mano di sicari. Tali eventi ispirarono a Matteo Bandello la XXIV delle sue novelle dalla quale poi furono tratte due tragedie: “The duchess of Amalfi” di john Febster; “El Mayiordomo de la Duquesa de Amalfi” di Felipe Lope de Vega.

Modalità di accesso:

Libero

Contatti

  • Telefono: 3385605550

Pagina aggiornata il 12/02/2024